lunedì 31 ottobre 2016

Step 07- I colori nel cinema

I registi riescono ad influenzare le nostre emozioni più di quanto ci sia possibile immaginare; la composizione di ogni singolo fotogramma, infatti, è studiata minuziosamente per colpire il subconscio su più livelli e generare nello spettatore paura, gioia, tranquillità, ansia e persino noia, senza mostrare, di fatto, nulla di particolare. 
Manipolare le sensazioni è un’operazione complessa, che può servirsi delle più svariate componenti di una pellicola. Usare suoni forti e improvvisi, ad esempio, può generare panico. La stessa cosa vale per un montaggio veloce e frenetico o una fotografia scura, dai toni cupi e stranianti. Al contrario, immagini luminose e patinate possono creare un’atmosfera sognante, meglio se accompagnate da melodie lievi e rilassate.
I colori giocano un ruolo essenziale se si vuole stimolare una certa emozione al posto di un’altra; si può quasi affermare che su un piano visivo siano importanti quanto le espressioni o la gestualità degli attori, è proprio per questo che prima dell'avvento del colore si puntava soprattutto su un trucco che evidenziasse i lineamenti o la mimica facciale. Tuttavia, non esiste un modo giusto o sbagliato nell’usare le tonalità. Spesso la scelta di una al posto di un’altra vuole semplicemente soddisfare le esigenze estetiche o i gusti di un regista, ma va comunque tenuto a mente che nell’accezione comune il rosso non evoca le stesse sensazioni del giallo, così come il nero crea un’atmosfera differente dal rosa. Ad ogni colore corrispondono uno o più significati e modi di fare cinema, spetta solo al regista decidere quali usare.
Rosso
Probabilmente uno dei colori più potenti da mostrare su uno schermo, il rosso (di cui il vermiglio rappresenta una tonalità) è anche quello con più significati. Di solito i registi che ne fanno un uso massiccio stanno cercando di incrementare un senso di rabbia, pericolo imminente, dolore o morte. Ovviamente, se inserito in un contesto romantico, il rosso può trasformarsi nel simbolo della passione di due amanti, assumendo un connotato erotico e differente da quello sopra citato. 

Vediamo ora come il vermiglio sia stato impiegato nel cinema, come parte di un titolo o come colore presente nella palette di vari film.
Titolo: Vermilion


Director:

Aaron Sims


Writers:

Paul EtheredgeAaron Sims, Morgan Sims


Stars:

Bryan KirkwoodPauli Pettit







Titolo: Vermillion Eyes



Director:

 Nathan Schiff


Writer:

 Nathan Schiff


Stars:

 John SmihulaArlene BurnsBarbara Balmer






Titolo: Dream of Vermilion



Directors:

 Heixan RoblesDaniel Farmer


Writers:

 Daniel FarmerRobert García Cooper 


Stars:

 José Domingo Santos FerrérRobert García CooperJimmy Navarro







Titolo: Vermiglio

RegiaGiordano TorreggianiFilippo Proietti








Alcune palette di film celebri:

Space Odissey

giovedì 27 ottobre 2016

Step 06- I colori nella scienza

Questo step è basato sul legame tra il colore e la scienza, ho quindi ricercato come il vermiglio sia entrato nella storia della scienza e, come vedremo, lo si ritrova in campi molto diveri tra loro.

Anatomia

Da un punto di vista anatomico la bocca è distinta in labbro superiore ed inferiore, il secondo uguale o leggermente più corto del superiore.
Il labbro superiore si distingue in una porzione cutanea del labbro (il cosiddetto labbro bianco) (a) che va dai solchi naso-genieni e dal naso sino al bordo del vermiglio determinando la salienza più o meno marcata dell’arco di Cupido a M piuttosto appiattita.
Labbro bianco che presenta uno spesso strato cutaneo ricco di annessi piliferi e fortemente aderente al piano muscolare.
La porzione cutanea del labbro superiore presenta al centro una depressione, il filtro (b), delimitata ai lati da due salienze, le colonne del filtro (e) che poi degradano verso i lati del labbro bianco.
La porzione mucosa del labbro, o labbro rosso (c), si divide nel vermiglio che inizia dalla giunzione cutaneo-mucosa, linea di passaggio dalla cute, e si continua nelle colonne del vermiglio che lo caratterizzano e lo differenziano dalla mucosa che invece è tipicamente liscia all’interno del labbro. 
Vermiglio o labbro secco, senza ghiandole e follicoli piliferi, che continua nel labbro umido, interno, in continuità con la mucosa buccale con numerose ghiandole salivari minori, appoggiato ad uno strato connettivale lasso dove passano vasi e nervi sensitivi che lo separa dal piano muscolare.

Zoologia

Vermillion flycatcher
Il vermillion flycatcher (Pyrocephalus rubinus), in italiano detto Vermiglio pigliamosche, è un uccello passeriforme appartenente alla famiglia dei Tyrannidae. La sua lunghezza è di circa 13-14 cm, il suo peso varia tra gli 11 e i 14 g, è fortemente dimorfico: il maschio presenta una colorazione rosso brillante con piumaggio marrone scuro mentre la femmina è caratterizzata dal ventre color pesca e il dorso grigio scuro. E’ molto apprezzato dai birdwatcher ma non viene tenuto in gabbia poiché i maschi in cattività perdono il loro colore.
Generalmente questi volatili preferiscono zone aperte, si possono quindi trovare su alberi o arbusti nella savana, ma anche boscaglie, zone agricole e deserti purchè vicino all’acqua.
Sono diffusi in quasi tutto il Messico, nel Sud-Ovest degli Stati Uniti, in zone sparse dell’America centrale e meridionale ma si trovano anche nelle isole Galapagos.


Cinabro

Facendo riferimento al Cinabro, in quanto minerale da cui è estratto il vermiglio e nome con cui talvolta viene indicato questo colore, si possono trovare altri collegamenti.

Medicina

Modica, Sifilicomio
In medicina fu utilizzato dal filosofo, poeta e medico autodidatta Tommaso Campailla (Modica, 7 aprile 1668  Modica, 6 febbraio 1740) come componente per la cura della sifilide, facendolo evaporare per mezzo di un braciere dentro una "botte".
La "botte" in realtà è una stufa mercuriale con all'interno uno sgabello, sul quale il paziente veniva fatto sedere, in attesa della cura. 
Questa consisteva nel versare, in un braciere che si trovava pure all'interno della stufa, la dose di cinabro, da cui per sublimazione esalavano i vapori di mercurio, che erano poi assorbiti dal corpo del paziente in piena sudorazione.
La novità introdotta dal Campailla consistette nell'aggiunta dell'incenso all'interno della botte, in una dose che consentiva ai vapori sprigionati di essere più "respirabili", per un certo lasso di tempo, variabile dai 10 ai 20 minuti circa, a seconda dalle condizioni soggettive del paziente.
L'apporto del Campailla consentì di modificare la forma della botte, rispetto alle altre esistenti in giro per l'Italia e l'Europa: queste ultime avevano un foro in alto, da cui usciva la testa dei malati di sifilide, che in tal modo non respiravano i vapori di mercurio medicamentosi. 
Stufa mercuriale, Modica
I vapori esalati con questo vecchio metodo erano curativi solamente per i sifilomi che infestavano la cute dei malati, che regredivano, ma non si aveva la guarigione dal morbo (che soltanto con la penicillina si sarà in grado di debellare), i cui germi continuavano ad agire e miltiplicarsi nel sangue dei soggetti infetti. 
Grazie all'innovazione di Tommaso Campailla, i pazienti venivano invece introdotti all'interno della botte, testa compresa, onde consentire ad essi di respirare la miscela di mercurio e incenso, la quale in tal modo, agendo all'interno del sangue, uccideva i germi diminuendo la carica patogena dei batteri; ciò comportava delle guarigioni, a volte anche definitive, che all'epoca venivano spesso considerate miracolose.
"...Dopo la cura mercuriale col metodo Campailla si può assistere a delle rinascite complete di individui ridotti in condizioni impressionanti di cachessia o con lesioni tali da rendersi impossibile qualsiasi intervento curativo per via percutanea o ipodermica".

Chimica

Il cinabro attualmente, per via della sua composizione chimica che lo rende tossico, viene impiegato come materia prima per l’estrazione del mercurio.
Inoltre storicamente, per la sua capacità di trasformarsi in mercurio, è alla base di tutto il pensiero alchemico cinese dell'antichità, e riveste un ruolo di primaria importanza anche nelle tecniche di longevità e di ricerca dell'immortalità, proprie del Taoismo.

Questi ultimi due argomenti verranno approfonditi in uno step successivo, tuttavia, data la natura di questo post mi è sembrato opportuno fare una piccola anticipazione.

Fonti:



mercoledì 26 ottobre 2016

Step 05- I colori nella musica

Come accade in letteratura, anche nella musica si ritrovano i colori. Vi è infatti una stretta relazione tra colore e il timbro di un suono. 
Il timbro è quella particolare qualità del suono che permette di distinguere due suoni con uguale resistenza e altezza. Il timbro rappresenta, dunque, quell'attributo della sensazione uditiva che consente all'ascoltatore di identificare la fonte sonora, rendendola distinguibile da ogni altra.
Si può dire, con linguaggio non tecnico, che il timbro è il particolare profilo o carattere distintivo di un suono emesso da una voce o strumento musicale: una chitarra elettrica rock e un oboe emettono la medesima nota (stessa altezza ovvero frequenza) ma con timbri inconfondibilmente diversi e peculiari. Così per le voci umane o i versi animali.
Freudian Slip, Kandinskij
Il timbro, che spesso è indicato fra i "parametri" del suono, insieme all'altezza, all'intensità e alla lunghezza, suggerisce numerose analogie con il colore per quanto riguarda la percezione visiva. Infatti, il timbro viene designato come colore del suono tanto in inglese (tone-colour) quanto in tedesco (Klangfarbe).
Mentre le altezze sonore, le durate e le intensità possono essere "quantificate" e ordinate lungo una scala perché grandezze fisiche oggettive e misurabili, ciò non può essere realizzato per il timbro che è una grandezza multidimensionale.
Il timbro della voce, che identifica ogni persona come un'impronta digitale, non possiede alcun corrispettivo fisico nell'onda di acqua, come il volume con l'intensità o l'altezza con la frequenza, ma dipende ugualmente da certe sue caratteristiche. È la qualità che corrisponde al colore della musica. Si può descrivere usando moltissimi aggettivi: dolce, secco, aspro, squillante, esile, ecc.
Un esempio di associazione tra colori e musica è il caso del pittore russo Vassilij Kandinskij che, nell’opera “Lo spirituale dell’arte”, attribuisce ad ogni colore che descrive in base alle sensazioni e alle emozioni che suscitano nello spettatore, paragonandoli a strumenti musicali. (http://www.fattodiritto.it/diritto-alla-cultura-kandinsky-i-colori-come-strumenti-musicali/)
Ho ricercato quindi la presenza del colore Vermiglio nel repertorio di vari generi musicali, e pur non essendo un colore molto impiegato si possono trovare alcuni esempi.

Compositore: Wolfgang Amadeus Mozart
Opera: Le Nozze di Figaro
Aria: Non più andrai
Testo
Non più andrai, farfallone amoroso,
 notte e giorno d'intorno girando;
 delle belle turbando il riposo
 Narcisetto, Adoncino d'amor.



 Non più avrai questi bei pennacchini,

 quel cappello leggero e galante,

 quella chioma, quell'aria brillante,
 quel vermiglio donnesco color.








Artista: Fabrizio De Andrè
Titolo: Ottocento



Figlio figlio

povero figlio

eri bello bianco e vermiglio
quale intruglio ti ha perduto nel Naviglio
figlio figlio
unico sbaglio
annegato come un coniglio
per ferirmi, pugnalarmi nell'orgoglio
a me a me
che ti trattavo come un figlio
povero me
domani andrà meglio







Vermiglio è anche il titolo di diversi brani o album:

- Francesca Romana album
Ishikawa Chiaki brano
- Damian Lazarus & The Ancient Moons brano
- Slipknot brano
- Slipknot brano
- Idiot Idols brano
- Sofi de la Torre brano 
  



domenica 23 ottobre 2016

Step 04- I colori nel mito



Questo step, come suggerito dal titolo, è basato sulla ricerca della presenza del vermiglio negli antichi miti.
Da questo approfondimento è emerso che il colore in oggetto è stato usato molto spesso nella letteratura, tuttavia, per quanto riguarda il mito, il più importante è quello di Piramo e Tisbe.
Piramo e Tisbe sono due personaggi, le cui gesta, già narrate da ignota fonte ellenistica, furono rese celebri da Ovidio nelle Metamorfosi (IV liber, vv 55-166), il quale le ambientò nella città di Babilonia.

Piramo e Tisbe              
Abraham Hondius (1631-1691)
Secondo la leggenda nella versione ovidiana, l'amore dei due giovani era contrastato dai parenti, e i due, che erano vicini di casa, erano costretti a parlarsi attraverso una crepa nel muro che separava le loro abitazioni. Questa difficile situazione li indusse a programmare la loro fuga d'amore. Nel luogo dell'appuntamento, che era vicino ad un gelso, Tisbe, arrivata per prima, incontra una leonessa dalla quale si mette in salvo perdendo un velo che viene stracciato e macchiato di sangue dalla belva stessa. Piramo trova il velo macchiato dell'amata e, credendola morta, si suicida lanciandosi sulla spada. Sopraggiunge Tisbe che lo trova in fin di vita e, mentre tenta di rianimarlo, gli sussurra il proprio nome: Piramo riapre gli occhi e riesce a guardarla prima di morire. Per il grande dolore, anche Tisbe si lancia sulla spada dell'amato sotto il gelso. Tanta è la pietà degli Dei nell'ascoltare le preghiere di Tisbe che trasformano i frutti del gelso, intriso del sangue dei due amanti, in color vermiglio.
Arborei fetus adspergine caedis in atram
 vertuntur faciem, madefactaque sanguine radix
 purpureo tinguit pendentia mora colore.” 
Ovidio, Metamorfosi IV 125-127

Questo mito, e con lui il colore vermiglio, è stato successivamente ripreso da grandi nomi della letteratura italiana e non, lo ritroviamo ad esempio nel Purgatorio della Divina Commedia di Dante o nel Filocolo di Boccaccio:

           La Divina Commedia, Venezia 1555.

           Esemplare dedicato da Orazio Morandi

                 a Galileo Galilei





“Come al nome di Tisbe aperse il ciglio                           Piramo in su la morte, e riguardolla,
allor che ‘l gelso diventò vermiglio […]“
Dante Alighieri, Purgatorio, XXVII, vv. 37-42


Codice riportante un passo del Filocolo.
Codex Christianei,
 conservato nella
Bibliotheca Gymnasii Altonani
(Amburgo)






“Per quale altra cagione diventò il gelso vermiglio, se non per l'ardente fiamma costretta, la quale prese più forza ne' due amanti costretti di non vedersi?”
Giovanni Boccaccio, Filocolo II, 9






Il v. si trova anche nel Cantico dei Cantici, testo contenuto nella Bibbia ebraica (Tanakh) e cristiana.
Attribuito al re Salomone, celebre per la sua saggezza, per i suoi canti e anche per i suoi amori, il Cantico dei Cantici fu composto non prima del IV secolo a.C. ed è uno degli ultimi testi accolti nel canone della Bibbia, addirittura un secolo dopo la nascita di Cristo.

[10] Il mio diletto è bianco e vermiglio,
  riconoscibile fra mille e mille.
  [11] Il suo capo è oro, oro puro,
  i suoi riccioli grappoli di palma,
  neri come il corvo.”
Cantico 5,2-6,3
Capolettera di un passo del Cantico dei cantici,
 miniatura del XV secolo (Modena, Biblioteca Estense)
 Fonti:
http://www.filitesi.it/archivio/Magnani.pdf
http://www.cultura.comune.forli.fc.it/upload/cultura/gestionedocumentale/PIRAMO%20e%20TISBE_784_3034.pdf
https://it.wikipedia.org/wiki/Piramo_e_Tisbe


sabato 22 ottobre 2016

Step 03- I codici del colore

La percezione dei colori


Il colore è una caratteristica psicofisica soggettiva, cioè esiste solo negli occhi e nel cervello dell'osservatore umano; non essendo una caratteristica propria di un oggetto, si è sentita la necessità di trovare una o più grandezze che potessero renderlo misurabile in modo standardizzato, per poterlo classificare e riprodurre.
A questo proposito si sono mossi degli organismi internazionali come la Commission Internationale de l'Eclairage (CIE) e l'Optical Society of America (OSA). 
La prima ha compiuto lavori di rilievo verso la creazione di scale e spazi colorimetrici entro i quali sia possibile eseguire misurazioni oggettive e che permettano di eseguire dei calcoli su delle grandezze definite.
La seconda ha eseguito importanti ricerche su questi spazi e sulla costruzione di campioni indeformabili di colore definito.
Spettro dei colori
La visione cromatica è data dall'interpretazione da parte del cervello dell'assorbimento della luce di determinate lunghezze d'onda da parte di tre tipi di fotorecettori detti coni che sono concentrati sulla retina dell'occhio umano.
I coni sono di tre tipi ognuno dei quali è sensibile ad uno dei tre colori (rosso, verde e blu) detti colori primari per la caratteristica di essere individuati "puri" dagli elementi fotosensibili dell'occhio.
Modello RGB
L'occhio umano è in grado di percepire solo tre attributi della luce: la tonalità o tinta (hue), la saturazione (saturation) e la luminosità o brillanza (brightness). Il colore è la risultante di questi tre attributi.

Sovrapponendo tre colori primari di opportune intensità: rosso, verde e blu, (RGB dalle iniziali dei tre colori nella lingua inglese, Red, Green, Blue) è possibile riprodurre qualunque sensazione di colore percepita dall'occhio.
L'operazione di associare uno o più parametri ad un determinato colore per renderlo misurabile è detta specificazione del colore.
La disciplina che si occupa di standardizzare la misurazione del colore attraverso lo studio dei modelli di colore è detta colorimetria.
Un modello di colore è un modello matematico astratto che permette di rappresentare i colori in forma numerica, tipicamente utilizzando tre o quattro valori o componenti cromatiche (per esempio RGB e CMYK sono modelli di colore).
Per scala di colori, invece, si intende un sistema di codificazione standardizzato per l'identificazione univoca dei colori; questi sistemi di standardizzazione cambiano a seconda dell'ambito di utilizzo (tipografia, fotografia, grafica video o per computer, colori per edilizia eccetera).

Anche il Vermiglio ovviamente rientra nella catalogazione, ecco quindi diversi valori con cui viene contraddistinto:

·        RGB                                                               rgb(255, 77, 0)

·        RGBA                                                            rgba(255, 77, 0, 1.0)

·        RYB                                                               rosso: 100%, giallo: 43.2584%, blu: 0%

·        RAL                                                        2002

·        Hex                                                               #ff4d00

·        Decimale                                                     16731392

·        Android /android.graphics.Color           -45824 / 0xffff4d00

·        HSL                                                               hsl(18, 100%, 50%)

·        HSLA                                                            hsla(18, 100%, 50%, 1.0)

·        HSV / HSB                                                   tonalità: 18 (18.1176), saturazione: 100 (100), valore: 100 (100)

·        XYZ                                                               X: 43.8939, Y: 26.5678, Z: 2.8146

·        xyY                                                                x: 0.599, y: 0.3626, Y: 26.5678

·        CIELab                                                          L: 58.5721, a: 65.047, b: 69.4368

·        CIELuv                                                          L: 58.5721, u: 145.8829, v: 47.2184

·        CIELCH                                                         L: 58.5721, C: 95.145, H: 46.8696

·        Hunter-Lab                                                 L: 51.5439, a: 61.8055, b: 32.8431

·        CMYK                                                           turchese: 0 (0), magenta: 70 (0.698), giallo: 100 (1), key: 0 (0)

·        CMY                                                             turchese: 0 (0), magenta: 70 (0.698), giallo: 100 (1)

·        YIQ                                                               Y: 121.444, I: 130.7747, Q: 13.6818

·        YUV                                                              Y: 121.444, U: -59.7604, V: 117.1708

·        YDbDr                                                          Y: 121.444, Db: -182.741, Dr: -253.983

·        YCbCr                                                           Y: 120.343, Cb: 67.853, Cr: 211.609

·        YPbPr                                                           Y: 109.37, Pb: -58.97, Pr: 92.542

·        Sistema Munsell dei Colori                     10R 6/16 (approssimativo)


Fonti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Lista_dei_colori

Per altre conversioni (Pantone, Disney, Ford ecc.):
http://encycolorpedia.it/ff4d00