La forma a goccia ovviamente non è casuale ma nasce da una riflessione che deriva da una domanda ben precisa, ovvero quella di identificare un oggetto che rappresenti al meglio il colore vermiglio.
La risposta non è scontata, infatti provando a chiedere a diverse persone difficilmente qualcuno saprà associarlo ad un oggetto comune senza difficoltà.
Per questo motivo ho pensato a qualcosa che tutti conosciamo, che abbia uno stretto rapporto simbolico con questo colore (vedi Step 23), e di cui nessuno di noi può fare a meno, il sangue!
Potrà forse sembrare banale, ma scopo di questo blog, fin dal primo post, è sempre stato quello della narrazione che, a mio parere, consiste nel trasmettere in modo semplice un concetto al maggior numero di persone possibile.
Volendo comunque identificare un oggetto, ecco un esempio:
Stato Pontificio, raro francobollo da 10 centesimi vermiglio arancio, 1867
Siamo quasi giunti al termine di questo lavoro di ricerca sul colore vermiglio ma tuttavia non è stato ancora approfondito l'aspetto più "selvaggio" di questo questo colore. Con questo aggettivo Levi Strauss definisce il pensiero che: "piuttosto che agire per astrazione, classificazione e sublimazione di qualità, o per gerarchizzazione logica di classi ideali, opera, partendo da una particolare attenzione alle qualità sensibili del reale considerate nella loro capacità di fungere da segni, per produrre una continua rete di simboli e di significati." (Enciclopedia Treccani)
Levi Strauss
Secondo Strauss il pensiero "selvaggio" è legato all'intuizione sensibile, cioè a una percezione passiva, ma immediata, dell’oggetto; con questa locuzione descrive quindi il funzionamento del pensiero allo stato grezzo, "naturale", osservabile anche in una società in cui si sviluppa il pensiero scientifico, e non per classificare soltanto quella dei popoli detti selvaggi. Il pensiero selvaggio sta quindi alla base del simbolismo associato ai colori che, a partire dagli uomini primitivi, si è poi evoluto nel tempo, differenziandosi a seconda della cultura, delle credenze e degli usi dei vari popoli. Come abbiamo già visto nello Step 08, il vermiglio è un colore fondamentale nella cultura nepalese secondo la quale rappresenta la purezza; per questo motivo viene impiegato nelle cerimonie religiose, nei rituali e, quotidianamente, dalle donne sposate come ornamento.
Più in generale il vermiglio, e quindi anche il rosso, è considerato il colore del sangue.
Per molte popolazioni costituisce quindi il primo cromatismo, poiché strettamente legato al principio della vita. Il sangue, infatti, è il liquido vitale per eccellenza; inoltre, partendo e tornando nel cuore, sede dei sentimenti, il sangue è collegato all’amore.
"Con una palla vermiglia, di nuovo,
Eros chioma d'oro mi colpisce,
e mi invita a giocare
con una fanciulla dal sandalo variegato"
( Anacreonte, 570 - 485 a.C. )
Quando però l’affetto e la passione si estremizzano, appare la valenza negativa del colore, che può esprime il tormento amoroso tanto che nell’Antica Cina, ad esempio, i cosiddetti uomini “rubizzi” erano i mariti fortemente provati dalla vita matrimoniale e destinati certamente a morte prematura.
Sul versante religioso, inoltre, tale colore esprime tanto l’amore divino quanto il sacrificio, il martirio o il tormento.
Oltre al sangue, il rosso è associato anche al fuoco: il fuoco, infatti, scalda ed illumina ma sopratutto, trasforma.
Anche in questo caso quindi, quando l’istinto conduce all’impulsività e all’amore diabolico, il vermiglio acquisisce un significato demoniaco e satanico.
"Or ci movemmo con la scorta fida
Lungo la proda del bollor vermiglio,
dove i bolliti facieno alte strida."
( Dante, Inferno, Canto XII )
Il sangue che si sparge esternamente in lesioni o ferite, fa apparire l’altra principale valenza di questo colore: quella più propriamente maschile, associata alla forza vitale. In passato, le divise degli eserciti usavano il rosso per aumentare la potenza in battaglia, mentre per le popolazioni celtiche, poche bacche rosse del sorbo (piccolo albero) avevano le stesse proprietà nutritive di nove pasti, aggiungevano un anno di vita e risanavano dalle ferite.
Nicolas Poussin, Mida e Bacco, 1625, Pinakothek, Monaco di Baviera (Germania).
Nei tempi addietro, inoltre, si credeva che lo spargimento di sangue potenziasse il vigore degli uomini e con una tintura scarlatta, si adornavano i giovani Indiani d’America per risvegliare in loro i desideri.
Questa tonalità è anche espressione della sessualità, della componente più istintiva dell’amore. Per questo motivo è anche collegato alla “grande prostituta” Babilonia oppure a Dioniso, con le sue feste caratterizzate da ebbrezza e sessualità sfrenata.
Oltre a ciò può essere anche espressione di rabbia, aggressività e furia;
per tale motivo il rosso è spesso associato alle divinità della guerra, come attestano Marte nella mitologia romana, o l’Arcangelo Michele, il Santo Guerriero, cavaliere celeste, rappresentato nell’iconografia cristiana con un mantello vermiglio.
Come abbiamo già avuto modo di notare nello Step 08, in cui si fa rifermento ai famosi portali giapponesi chiamati Torii, e approfondiremo in questo step, il vermiglio per le sue caratteristiche è utilizzato in architettura anche per strutture di notevole importanza.
Golden Gate Bridge
IlGolden Gate Bridge è un ponte sospeso che sovrasta il Golden Gate, lo stretto che collega l'Oceano Pacifico con la Baia di San Francisco.
Golden Gate Bridge, San Francisco
Il Golden Gate Bridge è largamente considerato uno dei più notevoli esempi di ingegneria applicata alla costruzione di ponti, sia per il progetto strutturale che per la sua estetica. È stato inoltre dichiarato una delle moderne Meraviglie del mondo dall'Associazione degli Ingegneri Civili Americani.
Tutto il tratto occupato dal ponte, includendo anche il tratto per salire e scendere dal ponte, è lungo 2,71 km; la distanza tra le torri ("campata principale") è 1 282 m e lo spazio disponibile sotto il ponte è di 67 m con condizioni medie di alta marea. L'altezza delle due torri è 225 m sopra il livello dell'acqua. Il diametro dei cavi della sospensione principale è 93,4 cm.
Golden Gate Bridge, San Francisco
Quando fu ultimato nel 1937, il Golden Gate Bridge era il più lungo ponte sospeso del mondo, e nel tempo è diventato simbolo internazionalmente riconosciuto della città di San Francisco.
Il ponte fu dovuto all'ingegno e alla straordinaria bravura di Joseph Baermann Strauss, un ingegnere che aveva già progettato oltre 500 ponti mobili, ma tutti molto più piccoli e situati più nell'entroterra rispetto al nuovo progetto.
C'erano inoltre non trascurabili esigenze estetiche, e per queste Strauss si affidò all'architetto Irving Morrow, che disegnò l'estetica dei piloni e scelse il colore arancio vermiglio, chiamato anche Arancio Internazionale, perché è intonato coi colori naturali dei dintorni e perché rende la struttura più visibile nella nebbia, problema tipico della baia e che spesso nasconde alla vista il ponte.
Esempio più recente è il Vanke Pavillion costruito a Milano in occasione dell'Expo 2015.
Vanke Pavillon, Daniel Libeskind, Milano
Il padiglione è stato disegnato da Daniel Libeskind, ispirandosi alla montagna cinese Huan Shan, con una copertura a scaglie prodotta con materiale ceramico autopulente realizzato dall'azienda italiana Casalgrande Padana.
Vanke è stata la prima azienda ad acquistare uno spazio in EXPO e la prima a consegnare il padiglione.
Il progetto si estende su una superficie di 1000 metri quadrati e la costruzione ha richiesto la messa in opera di oltre 140 tonnellate di acciaio per le strutture e circa 4200 lastre di grès porcellanato.
Gli elementi ceramici sono stati messi in opera grazie a un innovativo sistema, che consente non solo di fissare le lastre, ma anche di orientarle singolarmente e sovrapporle in funzione delle esigenze del progetto.
Vanke Pavillon, Daniel Libeskind, Milano
Un Trattato
Il colore vermiglio è inoltre citato più volte nel "Trattato dell'arte della pittura, scoltura, et architettura" di Giovanni Paolo Lomazzo (1585).
Come abbiamo visto fin'ora sono molteplici i personaggi storici associati a questo colore, a seconda ovviamente dell'ambito di interesse:
- Per quanto riguarda il mito (Step 04) si è parlato di Ovidio, da cui si è arrivati anche a Dante e a Boccaccio i quali hanno inserito questo colore nelle loro opere;
- Per la musica (Step 05) mi sono collegato a nomi importanti quali Mozart e De Andrè;
- Proseguendo con lo Step 18, oltre a Henry de Toulouse-Lautrec ho fatto riferimentoa Gauguin e Matisse per quanto riguarda le arti pittoriche.
Continuando nella ricerca sono riuscito a collegare al colore Vermiglio altri due nomi di personaggi che hanno ritagliato nella storia un posto per il loro nome. Il primo è Giovanni Pascoli (biografia), noto poeta italiano di fine '800, che in un componimento intitolato "Fides", contenuto nella sua prima raccolta "Myricae" scrive:
Giovanni Pascoli
Fides
Quando brillava il vespero vermiglio,
e il cipresso pareva oro, oro fino,
la madre disse al piccoletto figlio:
Così fatto è lassù tutto un giardino.
Il bimbo dorme, e sogna i rami d’oro,
gli alberi d’oro, le foreste d’oro;
mentre il cipresso nella notte nera
scagliasi al vento, piange alla bufera.
Il titolo Myricae riprende una citazione di Virgilio all'inizio della IV Bucolica in cui il poeta latino proclama di innalzare il tono poetico poiché "non a tutti piacciono gli arbusti e le umili tamerici" (non omnes arbusta iuvant humilesque myricae). Pascoli invece propone "quadretti" di vita campestre in cui vengono evidenziati particolari, colori, luci, suoni i quali hanno natura ignota e misteriosa.
Nel 1903, la raccolta definitiva comprendeva 156 liriche del poeta.
I componimenti sono dedicati al ciclo delle stagioni, al lavoro dei campi e alla vita contadina.
Myricae, 1927
Il secondo è Immanuel Kant (biografia), uno dei più importanti dell'illuminismo tedesco.
In una delle sue opere più importanti, ovvero la "Critica della ragion pura", il filosofo ricorre al cinabro come esempio per la spiegazione del processo di acquisizione del concetto dei colori:
"Se il
cinabro fosse ora rosso e ora nero, ora leggero e ora pesante, se un
uomo si trasformasse ora in questa, ora in quella forma animale, se,
nello stesso giorno, la terra fosse coperta ora dai prati, ora di ghiaccio
e di nebbia, la mia immaginazione empirica non potrebbe mai
avere l'occasione di ricevere nel pensiero, con la rappresentazione
del color rosso, il pesante cinabro; ? se una data parola fosse attribuita
ora a questa cosa, ora a quella, ? la stessa cosa fosse chiamata
ora in questo modo, ora in un altro, senza che vi dominasse una
regola certa cui i fenomeni già per se stessi fossero soggetti, nessuna
sintesi empirica della riproduzione potrebbe aver luogo."
Un ambito in cui sono particolarmente importanti i colori è quello dell'abbigliamento e quindi la moda. Oltre che ad identificare vari brand, il colore va ad influenzare diversi settori e non solo quello legato al vestiario.
Vogue, 1939
Dal 2000 infatti, anno in cui è stata lanciata l’iniziativa dell’azienda statunitense Pantone, il mondo del fashion e del design attende con curiosità la proclamazione del Color of the Year Pantone: la tinta scelta, infatti, diventa la tonalità guida nelle collezioni di abbigliamento e accessori e di complementi d’arredo per tutto l’anno. Il Vermiglio non fa eccezione e viene spesso scelto dagli stilisti per le proprie creazioni. Un esempio lo possiamo ritrovare in alcuni abiti di Elie Saab, stilista libanese che, a meno di 20 anni, lanciò il suo marchio di moda con base a Beirut, dove ancora oggi si trova Il suo atelier principale dedicato alla haute couture.
Le sue creazioni, sia di alta moda che di prêt-à-porter, si possono trovare in tutto il mondo: da Parigi a New York, Londra, Mosca, Melbourne, Dubai e Milano.
È citato nelle più qualificate riviste del settore quale uno degli stilisti più interessanti, inoltre secondo la stampa, è lo stilista che vende più haute couture nel mondo. Tra le sue clienti anche la regina Rania di Giordania, e Halle Berry, che, dopo aver vinto nel 2002 l'Oscar come migliore attrice, nel 2003 presenziò alla cerimonia per "cedere" il premio alla nuova vincitrice indossando un suo abito.
Tutti e tre gli abiti appartengono alla collezione Primavera Estate 2016 e le foto sono tratte dalla celebre rivista Vogue, periodico mensile fondato nel 1892 a New York da Arthur Baldwin Turnure e ritenuta una delle più prestigiose e autorevoli riviste del mondo della moda.
Altro autorevole esempio è la prima creazione di Valentino Garavani non per la maison Valentino: un abito a balze in tulle vermiglio ispirato a Cappuccetto Rosso, indossato dalla modella Natalia Vodianova in occasione del party "The fairy tale white ball" organizzato dal noto stilista Italiano.
In questo
post, basato sulla narrazione ma che lascia più spazio alla fantasia e alla
soggettività, ho pensato di associare questa ricerca alla mia grande passione
per la musica che, da qualche anno, mi ha avvicinato al mondo e agli studi
legati alla composizione.
Quale modo
migliore quindi, per spiegare ad un musicista le caratteristiche di un colore,
se non il parlare di musica?
Ecco quindi
come le note possono diventare metafora del colore o viceversa.
Forse non
tutti sanno che il suono prodotto da un corpo in vibrazione non è puro; quello
che noi sentiamo, infatti, è l’insieme del suono fondamentale con l’aggiunta di
piccoli contributi più acuti e meno intensi che vanno ad arricchirlo, tali
contributi sono detti armonici.
Chet Baker
Possiamo
facilmente verificare questo fatto ad esempio osservando un trombettista; molti
immagino che si saranno chiesti: “come fa a suonare con soli tre tasti?” e
magari gli stessi, data l’apparente semplicità dello strumento, avranno pensato
di poter diventare musicisti senza troppi sforzi restando delusi già alla prima
lezione.
Un
trombettista infatti, combinando in modo opportuno i “tasti”, genera diversi
suoni fondamentali e, regolando il flusso d’aria e l’impostazione del labbro,
riesce ad estrarne gli armonici
superiori.
Possiamo
quindi, con un po’ di fantasia pensare ad atomi di Hg e S come ad armonici del
fondamentale solfuro di mercurio ovvero del cinabro, il minerale da cui si ricava il vermiglio (Step 14) o, più
in generale, associarli ai colori
primari che sommati ci restituiscono tutti gli altri.
Questi suoni
sono quindi la base del nostro sistema musicale, detto sistema tonale proprio
perché la musica è organizzata attorno ad un suono centrale detto tonica, come
una palette contenente le varie
sfumature di un colore.
Dalla tonica
partono infatti le sequenze di suoni tanto odiate quanto studiate dai musicisti,
le famose scale, attraverso le quali
è possibile stabilire le relazioni esistenti tra le varie note che le
compongono.
Ecco quindi
un’altra analogia con il mondo dei colori. Come già detto nello Step 03 anche
questi ultimi, per poter essere confrontati o misurati, sono stati classificati
in vari modi e organizzati in scale che, proprio come accade in musica, vengono
impiegate in base alle loro caratteristiche e all’ambito di utilizzo.
Scala di Do maggiore
Gradi della Scala
Grazie a
questa classificazione è inoltre possibile determinare le caratteristiche di
questi colori, che possono esistere in diverse sfumature pur mantenendo lo
stesso nome accompagnato magari da un aggettivo. Lo stesso avviene nelle scale
musicali dove, il cosiddetto modo (maggiore
o minore), è determinato dalla terza
nota della scala che prende il nome di “caratteristica”
(nel caso della scala di Do maggiore la caratteristica è il Mi, che diventa Mi bemolle
in Do minore).
Addentrandoci
un po’ di più nel campo dell’armonia e in particolare in quella dissonante,
scopriamo che questa disciplina, il cui obiettivo è lo studio della
concatenazione dei vari accordi che compongono un brano, si divide in “armonia
dissonante naturale” e “armonia dissonante artificiale”.
Motivo di questa
suddivisione è il fatto che esistono accordi formati dai suoni armonici della
nota fondamentale (materia della armonia dissonante naturale) ma anche altri,
formati da suoni che non fanno parte della serie degli armonici naturali (e
quindi materia dell’armonia dissonante artificiale). Come abbiamo visto nello Step 01 anche il Vermiglio presenta due
nomi, all’apparenza sinonimi, proprio per distinguere il modo in cui è stato
prodotto il pigmento.
Viene infatti utilizzato il termine Cinabro quando ricavato dall’omonimo minerale e quindi per via
naturale, oppure il termine Vermiglione quando
ottenuto artificialmente.
Visto che si
è parlato di sfumature e di armonia, come ultimo confronto, credo che calzi a
pennello il concetto delle note a moto obbligato.
In armonia
si parla di moto obbligato quando
una o più note sono costrette a risolvere secondo le convenzioni dell’armonia
classica.
Moto obbligato del Si e del Fa
Queste note
si trovano spesso nell’accordo costruito sul 5° grado della scala che nel
nostro caso (scala di Do) è la nota Sol; questo accordo, che prende il nome di “accordo di dominante”, è di fondamentale
importanza perché permette, a chi sta suonando e soprattutto improvvisando, di
capire la tonalità in cui si trova e fare quindi le dovute osservazioni.
Tornando
alle note con moto obbligato, la prima che troviamo nell’accordo di dominante è
il Si. Nella nostra scala di riferimento, il Si è molto particolare perché ne
occupa il 7° grado ed è quindi così vicina alla tonica (8° grado) che deve per
forza risolvere su di lei salendo a Do nell’accordo successivo.
Lo stesso
accade arricchendo l’accordo di dominante con il Fa (7° grado di Sol),
generando così il famoso accordo di “settima
di dominante”, ancora più riconoscibile e indicativo. In questo caso è il
Fa ad avere moto obbligato e risolvere su quella che abbiamo chiamato “caratteristica”,
cioè il Mi, determinando il modo.
Risoluzione dell'accordo di settima di dominante, in verde risoluzione del Si e in rosso del Fa
Ecco quindi
che delle note, con una “identità” propria e ben diverse da altre appartenenti
alla stessa scala, vengono ricondotte ad un’unica fondamentale, con convenzioni
dettate dall’uso comune che ne hanno fatto i grandi Maestri.
Tutto questo
spesso accade anche con i colori.
Non è
difficile infatti che, per rapidità di comunicazione o per approssimazione, il
colore di un oggetto venga indicato con un altro più semplice senza troppe
distinzioni (come ho dovuto fare in parte io stesso, e solo per necessità,
nello Step 08).
Vasilij Kandinskij
Impressione 3 (Concerto) (1911)
In questo
caso il vermiglio, pur essendo un colore ben definito, rientra comunque nelle
sfumature del colore rosso con il quale è spesso confuso e indicato.
Come già
detto nello Step 05un famoso
artista per cui la musica fu un elemento imprescindibile è Vasilij Kandinskija cui appartiene la seguente citazione:
“In generale il colore è un mezzo che
consente di esercitare un influsso diretto sull'anima. Il colore è il tasto,
l'occhio il martelletto, l'anima il pianoforte dalle molte corde. L'artista è
una mano che toccando questo o quel tasto mette in vibrazione l'anima umana....”
Vasilij Kandinskij
Scenografie per l’esecuzione dei "Quadri di un’esposizione"di Musorgskij al Friedrich Theater di Dessau (1928)
I gerani sono le piante preferite in Italia, ma anche nel resto d'Europa, per abbellire balconi e terrazzi durante la primavera e l'estate.
La fioritura è ricchissima, la coltivazione semplice, le cure da prestare non eccessive: piante perfette per i principianti ed anche per gli esperti.
Da molti anni la passione per i gerani, o meglio per il pelargoni (è pelargonium il nome botanico, geraniacee è il nome della famiglia), ha portato i produttori di piante ad arricchirne il genere con numerosi ibridi; a fiore doppio, a foglia colorata, a foglia profumata.
Oggetto di questo post è proprio uno di questi ibridi, che è stato inventato e brevettato da Helen Roberts Bohannon presso Berkeley, California.
Geranio vermiglio
Come si può leggere nel brevetto (link a fondo pagina), tramite diversi incroci alla ricerca di nuove varietà, l'inventrice è riuscita ad ottenere una pianta di costituzione più resistente e dalla fioritura rigogliosa.
I fiori in particolare sono molto larghi e dalla forma simile a quella della viola del pensiero ma, soprattutto, di colore vermiglio.