In questo
post, basato sulla narrazione ma che lascia più spazio alla fantasia e alla
soggettività, ho pensato di associare questa ricerca alla mia grande passione
per la musica che, da qualche anno, mi ha avvicinato al mondo e agli studi
legati alla composizione.
Quale modo
migliore quindi, per spiegare ad un musicista le caratteristiche di un colore,
se non il parlare di musica?
Ecco quindi
come le note possono diventare metafora del colore o viceversa.
Forse non
tutti sanno che il suono prodotto da un corpo in vibrazione non è puro; quello
che noi sentiamo, infatti, è l’insieme del suono fondamentale con l’aggiunta di
piccoli contributi più acuti e meno intensi che vanno ad arricchirlo, tali
contributi sono detti armonici.
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Chet Baker |
Possiamo
facilmente verificare questo fatto ad esempio osservando un trombettista; molti
immagino che si saranno chiesti: “come fa a suonare con soli tre tasti?” e
magari gli stessi, data l’apparente semplicità dello strumento, avranno pensato
di poter diventare musicisti senza troppi sforzi restando delusi già alla prima
lezione.
Un
trombettista infatti, combinando in modo opportuno i “tasti”, genera diversi
suoni fondamentali e, regolando il flusso d’aria e l’impostazione del labbro,
riesce ad estrarne gli armonici
superiori.
Possiamo
quindi, con un po’ di fantasia pensare ad atomi di Hg e S come ad armonici del
fondamentale solfuro di mercurio ovvero del cinabro, il minerale da cui si ricava il vermiglio (Step 14) o, più
in generale, associarli ai colori
primari che sommati ci restituiscono tutti gli altri.
Questi suoni
sono quindi la base del nostro sistema musicale, detto sistema tonale proprio
perché la musica è organizzata attorno ad un suono centrale detto tonica, come
una palette contenente le varie
sfumature di un colore.
Dalla tonica
partono infatti le sequenze di suoni tanto odiate quanto studiate dai musicisti,
le famose scale, attraverso le quali
è possibile stabilire le relazioni esistenti tra le varie note che le
compongono.
Ecco quindi
un’altra analogia con il mondo dei colori. Come già detto nello Step 03 anche
questi ultimi, per poter essere confrontati o misurati, sono stati classificati
in vari modi e organizzati in scale che, proprio come accade in musica, vengono
impiegate in base alle loro caratteristiche e all’ambito di utilizzo.
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Scala di Do maggiore |
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Gradi della Scala |
Grazie a
questa classificazione è inoltre possibile determinare le caratteristiche di
questi colori, che possono esistere in diverse sfumature pur mantenendo lo
stesso nome accompagnato magari da un aggettivo. Lo stesso avviene nelle scale
musicali dove, il cosiddetto modo (maggiore
o minore), è determinato dalla terza
nota della scala che prende il nome di “caratteristica”
(nel caso della scala di Do maggiore la caratteristica è il Mi, che diventa Mi bemolle
in Do minore).
Addentrandoci
un po’ di più nel campo dell’armonia e in particolare in quella dissonante,
scopriamo che questa disciplina, il cui obiettivo è lo studio della
concatenazione dei vari accordi che compongono un brano, si divide in “armonia
dissonante naturale” e “armonia dissonante artificiale”.
Motivo di questa
suddivisione è il fatto che esistono accordi formati dai suoni armonici della
nota fondamentale (materia della armonia dissonante naturale) ma anche altri,
formati da suoni che non fanno parte della serie degli armonici naturali (e
quindi materia dell’armonia dissonante artificiale). Come abbiamo visto nello Step 01 anche il Vermiglio presenta due
nomi, all’apparenza sinonimi, proprio per distinguere il modo in cui è stato
prodotto il pigmento.
Viene infatti utilizzato il termine Cinabro quando ricavato dall’omonimo minerale e quindi per via
naturale, oppure il termine Vermiglione quando
ottenuto artificialmente.
Visto che si
è parlato di sfumature e di armonia, come ultimo confronto, credo che calzi a
pennello il concetto delle note a moto obbligato.
In armonia
si parla di moto obbligato quando
una o più note sono costrette a risolvere secondo le convenzioni dell’armonia
classica.
Moto obbligato del Si e del Fa |
Queste note
si trovano spesso nell’accordo costruito sul 5° grado della scala che nel
nostro caso (scala di Do) è la nota Sol; questo accordo, che prende il nome di “accordo di dominante”, è di fondamentale
importanza perché permette, a chi sta suonando e soprattutto improvvisando, di
capire la tonalità in cui si trova e fare quindi le dovute osservazioni.
Tornando
alle note con moto obbligato, la prima che troviamo nell’accordo di dominante è
il Si. Nella nostra scala di riferimento, il Si è molto particolare perché ne
occupa il 7° grado ed è quindi così vicina alla tonica (8° grado) che deve per
forza risolvere su di lei salendo a Do nell’accordo successivo.
Lo stesso
accade arricchendo l’accordo di dominante con il Fa (7° grado di Sol),
generando così il famoso accordo di “settima
di dominante”, ancora più riconoscibile e indicativo. In questo caso è il
Fa ad avere moto obbligato e risolvere su quella che abbiamo chiamato “caratteristica”,
cioè il Mi, determinando il modo.
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Risoluzione dell'accordo di settima di dominante, in verde risoluzione del Si e in rosso del Fa |
Ecco quindi
che delle note, con una “identità” propria e ben diverse da altre appartenenti
alla stessa scala, vengono ricondotte ad un’unica fondamentale, con convenzioni
dettate dall’uso comune che ne hanno fatto i grandi Maestri.
Tutto questo
spesso accade anche con i colori.
Non è
difficile infatti che, per rapidità di comunicazione o per approssimazione, il
colore di un oggetto venga indicato con un altro più semplice senza troppe
distinzioni (come ho dovuto fare in parte io stesso, e solo per necessità,
nello Step 08).
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Vasilij Kandinskij
Impressione 3 (Concerto) (1911)
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In questo
caso il vermiglio, pur essendo un colore ben definito, rientra comunque nelle
sfumature del colore rosso con il quale è spesso confuso e indicato.
Come già
detto nello Step 05 un famoso
artista per cui la musica fu un elemento imprescindibile è Vasilij Kandinskij a cui appartiene la seguente citazione:
“In generale il colore è un mezzo che
consente di esercitare un influsso diretto sull'anima. Il colore è il tasto,
l'occhio il martelletto, l'anima il pianoforte dalle molte corde. L'artista è
una mano che toccando questo o quel tasto mette in vibrazione l'anima umana....”
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Vasilij Kandinskij
Scenografie per l’esecuzione dei "Quadri di un’esposizione"di Musorgskij al Friedrich Theater di Dessau (1928)
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